Page 12 - FUOCOLENTO_febbraio_2018
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IL LOCALE DEL MESE                                                        febbraio 2018





                         Siamo in inverno, quando si consumano da sempre musét  JV[LJOPUV  L IYV]HKL (rape bianche lasciate
                         THJLYHYL KLU[YV IHYPSP KP SLNUV  THJLYH[L ULSSL ]PUHJJL JVU ]PUV YVZZV L HJL[V   :P WYLWHYHUV K\YHU[L SH
                         vendemmia con l’aggiunta della torchiatura.


                         “Il musét  ZP MHJL]H PU JHZH  WLYJOt PU JVY[PSL [LUL]HTV SL NHSSPUL  WLY SL \V]H MYLZJOL  L HSSL]H]HTV P THPHSP!
                         erano 5 belle bestie, curate e accudite come gente di famiglia da mio cognato Giovanni, addetto alla stalla,
                         al cortile e ai campi. Maiali lavorati in casa per produrre salami, cotechini (musét  L ZHSZPJJPH MYLZJH  VS[YL
                         ai prosciutti. Ed erano testine, zampetti e fegato, oltre gli scarti che servivano per la coppa invernale. Altre
                         JHYUP KH HYYVZ[PYL  P WVSSP  WVP IPZ[LJJOL KP ]P[LSSV  KP THUaV L  \S[PTHTLU[L  ÄVYLU[PUL  ;HU[V NYHUKP JOL UL
                         ordinavano una, così mangiamo in due. Con le 8-10 mucche – strani personaggi i boari, non li vedevi tutti
                         i giorni, scomparivano e si ripresentavano – raccoglievamo il latte quotidianamente e lo consegnavamo alla
                         Latteria Turnaria: facendone i formaggi. Si consegnava il latte tutti i giorni, poi registrato sul libretto famigl-
                         iare. I casari lo lavoravano salando le forme e mettendole sulle assi ad asciugare. Ce ne consegnavano in
                         forme fresche e altre stagionate, ma sempre su nostra richiesta. Il formaggio stagionato andava consumato
                         ZVWYH[[\[[V H ÄUL WHZ[V  HJJVTWHNUH[V KH IVJJHSP KP ]PUV YVZZV
                         Altre carni che cucinavamo erano i fagiani, portati dai cacciatori, quelli veri, selvatici, non d’allevamento;
                         così le beccacce, le pernici e gli uccellini; si cucinavano allo spiedo e si gustavano interi. Cacciagione
                         adesso proibita.”


                         La vostra fama sono sempre stati i risotti. Romana, la suocera, li preparava con i fegatini di pollo, ma poi, su
                         richiesta li condivate anche con la vostra salciccia fresca, con i funghi, con il radicchio trevigiano. Sul fuoco,
                         i primi anni del fogolâr  J»LYH ZLTWYL SH JHSKHPH  WHPVSV  KP YHTL Z[HNUH[V WLY SH WVSLU[H  TLZJVSHUKV JVU SH
                         mazza da polenta; da servire fresca e morbida, oppure a fette, arrostita.
                         7YVU[H S»HJX\H IVSSLU[L Z\S M\VJV  ]LYZH]HUV V MHYPUH KP NYHUV[\YJV IPHUJH V KP NYHUV[\YJV NPHSSH  YVZZH   VNNP
                         la più diffusa. In 40 minuti la polenta è pronta.






                          Sotto: da sx: zia Santina e zia Giovanna, la figlia Romana,
                                 mamma Santina e il marito Giobatta
                           A lato: Giobatta, sempre pronto ad offrire un grappino
                                    Ph. Archivio Molinari Pradelli
                                In basso: Ph. Archivio Trattoria da Rochet









































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