Riscopriamo la nostra storia
di Giampiero Rorato
Vien voglia, a volte, di rifugiarsi entro le mura sicure della propria casa, visto quel che succede nel mondo e, dal mese scorso, anche nel cuore dell’Europa. Per tenerci un po’ lontani, per quanto possibile, dalle brutte notizie abbiamo voluto entrare con Fuocolento in alcuni luoghi della nostra infanzia, molti dei quali fortunatamente ancora vivi ed attivi. Dico delle osterie, fino a non molti decenni fa privilegiati luoghi di incontro, perché luoghi di socializzazione, di scambio di idee e di informazioni, dove i rapporti umani erano più importanti del ruolo sociale od economico rivestito. Le osterie sono dunque il tema sul quale ci soffermiamo in questo mese e non certo per nostalgia del bel tempo passato, ma per riprendere le file di una storia che fortunatamente continua. Ce lo dice con la bravura e la cultura che lo contraddistingue il raffinato e colto scrittore Angelo Floramo, autore di libri bellissimi, attraverso i quali riscopriamo la storia delle nostre terre, compreso il Collio sloveno e l’Istria dove ancora risuona, eppur flebile, ma orgogliosa, la lingua italiana. Ed è la stessa nostra storia, intessuta di guerre, terremoti, pandemie che continuano a inseguirci; storia che sa guardare con serenità al passato, quando da queste parti, fra i tanti invasori, arrivò anche Napoleone Bonaparte, fermandosi a Passariano e poi a Campoformio per firmare il trattato con cui decretava la fine della Repubblica di Venezia. Oggi quel luogo ci ricorda un triste momento della nostra storia passata che diventa oggi folclore, certo, ma anche cultura, nell’ammonirci a conservare con forte impegno la nostra libertà, che, come vediamo in questi giorni in un grande Paese europeo, l’Ucraina, può essere brutalmente calpestata e insanguinata, come già avvenne in passato...
