Vini dolci e passiti al Premio Noè

di Marina Stojanović
Il “Gran Premio Noè” è una storica manifestazione di promozione vitivinicola di livello regionale, nata nel 1965 per volontà dell’Azienda Autonoma di soggiorno e di turismo di Gradisca e gestita direttamente dal Comune d Gradisca d’Isonzo, sempre con il sostegno economico della Regione Friuli Venezia Giulia. Momento centrale di ogni edizione del Gran Premio Noè, rimarrà la tradizionale cerimonia di consegna dei premi, all’interno del prestigioso spazio del Nuovo Teatro Comunale: sabato 7 dicembre alle 11. Nell’individuazione dei premiati saranno confermati i criteri già elaborati nelle ultime edizioni del “Gran Premio Noè”, con le seguenti categorie: personaggio italiano del mondo dell’enogastronomia che con la propria attività si sia particolarmente distinto nella promozione dell’enogastronomia regionale e di una delle varietà tema del Noè 2024; famiglia o azienda vitivinicola della regione che con la propria attività si sia particolarmente distinta nella promozione e difesa dei vini dolci e passiti; istituzione che con la propria attività si sia che si sia maggiormente impegnata nel mondo vitivinicolo o nel suo indotto. L’edizione 2024 del Gran Premio Noè sarà dedicata ai vini dolci e passiti, detti an che “vini da dessert” o da meditazione, che sono in primis il Picolit, il Ramandolo e il Verduzzo friulano, e in quantità minore i Moscati, l’Ucelut e il Traminer, tutte varietà autoctone, da alcuni decenni meno richiesti rispetto al passato. La loro storia però è profondamente legata alla viticoltura del Friuli Venezia Giulia: il Picolit fin dal ’700 è stato apprezzato in tutta Europa, grazie all’opera del conte Fabio Asquini (1726-1818) di Fagagna e del suo contemporaneo Antonio Bartolini di Buttrio, un impegno poi proseguito dai Perusini di Rocca Bernarda nel ’900. Già nel 1775, dopo un viaggio sul continente, il giovane inglese Sylvester Douglas scrisse delle considerazioni in cui elogiava il Piccolit, riprese con orgoglio dalla Società Agraria di Gorizia che, nel 1781, commentò nel suo periodico queste “transazioni filosofiche Inglesi” sulla qualità e preziosità del vin Piccolito, prodotto anche nel Collio. Nel 1823 Beehtoven se lo faceva inviare a Vienna e lo abbinava alle ostriche di Trieste. Altrettanto importante è il Verduzzo, diffuso in molte aree del Friuli che nel Comune di Nimis diventa Verduzzo di Ramandolo o semplice mente Ramandolo. Meno diffusi e veramente di nicchia altri vini da dessert che comunque meritano di essere fatti scoprire. Inoltre, molti viticoltori producono vini dolci da un blend di uve appassite (Tocai, Malvasia, Chardonnay, Ribolla ecc.) Qualche produttore spuman tizza anche il Moscato rosa e il Moscato giallo. L’iniziativa avrà rilievo nazionale coinvolgendo i Gewürztraminer passiti dell’Alto Adige e altri vini dolci italiani, ma anche rilevanza internazionale grazie al coinvolgimento di produttori della vicina Slovenia, dove esiste il Pikolit e la Malvazija passita, e dell’Istria croata, dove ci sono il famoso Moscato di Momiano (Muškat momjanski), il Moscato rosa (Muškat ruza porečki) e il Moscato bianco (Muškat bijeli). In abbinamento ci saranno biscotti secchi, dolci delle feste e formaggi stagionati. In programma anche la presentazione del libro “Boschèra. Dai vini selvatici al nobile Torchiato del Cansiglio” di Enzo Michelet (Kellermann Editore) e il cofanetto di racconti e foto “Sentieri e cibi locali” fatto dai GAL Carso-Kras e Torre-Natisone.