Un “PASSAPORTO DELLE LINGUE” per gli studenti di Gorizia e Nova Gorica
di Corinna Sabbadini
Le lingue che si parlavano a Gorizia fino alla fine della Grande Guerra erano l’italiano, il tedesco, lo sloveno, il friulano e l’ebraico. C’erano cittadini che le parlavano tutte, altri che ne conoscevano anche di più (come l’ungherese, il ceco o il greco) e molti che ne contavano almeno tre o quattro su cinque. Le due guerre mondiali e il confine eretto nel 1947 hanno modificato questa peculiarità “naturale” della città. Naturale perché il plurilinguismo ha sempre caratterizzato questo territorio. Quando poi l’impero Austro-ungarico si è dissolto, il tedesco non è stata più la lingua istituzionale di Gorizia, e pian piano è svanita dall’uso quotidiano. Quando la comunità ebraica è stata annientata dalle deportazioni naziste, non c’era più nessuno con cui parlare in ebraico. Quando la cortina di ferro ha diviso Gorizia in due zone, il peso politico ha schiacciato la storia e allontanato anche il tassello sloveno dalla ricchezza linguistica che questa città offriva. Ora il confine esiste solo sulla carta e i cittadini dell’Unione Europea lo possono valicare senza problemi dal 21 dicembre 2007, il giorno in cui anche la Slovenia è entrata nell’Area Schengen che consente la circolazione delle persone senza alcun controllo alle frontiere. Da quel giorno, il pensiero che si potesse transitare senza alcuna verifica, da uno Stato all’altro, in queste due città sviluppate su quel confine è stato “liberatorio” per molti. Così tanto che ora queste due città si preparano ad essere assieme una delle Capitali europee della Cultura nel 2025.
Uno dei primi passi da compiere per avvicinarsi a un’altra cultura è conoscere la sua lingua, parlarla, capirla, viverla. Quindi, nella zona di Gorizia, si potrebbe pensare a un “ritorno al passato”, quel tempo in cui, appunto, era normale parlare più lingue. In quest’ottica è stato pensato il “Passaporto delle lingue” e gli ideatori sono i membri della Kulturhaus Görz, un’associazione costituita a Gorizia nell’aprile del 2013 con l’obiettivo di promuovere proprio il plurilinguismo nella città di Gorizia, di Nova Gorica e nelle aree circostanti. Sul sito della Kulturhaus Görz si legge che “l’associazione considera Gorizia, Görz, Gorica, Gurize come una vera città europea e vede nelle varie lingue storiche un’immensa ricchezza da valorizzare”, e infatti da anni organizza corsi di tedesco, sloveno, russo, turco e altre lingue. E quindi la Kulturhaus Görz si è rivolta ai più giovani, a quei ragazzi nati, cresciuti o arrivati su questo confine, che ora lo abitano, da una parte o dall’altra, e che spesso si sfiorano senza guardarsi, né parlarsi. «Tutto parte dalla volontà di far incontrare i ragazzi italiani con quelli sloveni, di creare amicizie e legami fra le due città, e il nostro obiettivo era che il primo punto di incontro fossero le lingue: quelle che parlano nel loro quotidiano e quelle che appartengono alla loro storia – ha specificato il presidente della Kulturhaus Görz, Jens Kolata – e quindi abbiamo pensato di portare nelle loro classi lezioni di italiano per gli sloveni, di sloveno per gli italiani, di tedesco, friulano ed ebraico per tutti. Abbiamo aggiunto anche l’inglese perché è la lingua franca per eccellenza, e non possiamo trascurarla». Ecco che il carico della storia torna a farsi sentire in un modo inaspettato per questi ragazzi, così giovani da essere nati quando il confine già non c’era più, e che si trovano a scoprire una ricchezza linguistica e culturale che non sapevano appartenesse alla loro città, alla loro storia. In questo percorso di un anno, circa sessanta studenti (due terzi italiani e un terzo sloveni) hanno potuto avvicinarsi a queste nuove lingue e culture grazie a una serie di ore dedicate esclusivamente a queste materie, con le lezioni tenute dai professori madrelingua della Kulturhaus Görz e con i loro insegnanti ad accompagnarli in questo percorso di avvicinamento ai loro coetanei e alle rispettive città. Lo scorso giugno, al termine dell’anno scolastico in cui hanno seguito queste lezioni e hanno fatto gite oltre confine per scoprire le “loro” scuole e l’“altra” città, ogni studente ha potuto ricevere (durante il Festival delle lingue) i timbri sul proprio “Passaporto delle lingue”: i timbri che attestano questo loro “avvicinamento” alle lingue. Timbri che certificano un primo passo più consapevole oltre questo confine e dentro la città di Gorizia.