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Scienze internazionali e diplomatiche e i banchetti del passato

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by Davide Zitter
Scienze internazionali e diplomatiche  e i banchetti del passato

di Corinna Sabbadini

I primi studenti del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche della sede goriziana dell’Università degli Studi di Trieste sono entrati nelle aule dell’ex seminario minore in via Bartolomeo Alviano nell’autunno del 1989. Si respirava già un’aria di profondo cambiamento, e mentre a Berlino il muro più famoso della storia si disgregava sotto gli occhi del mondo (modificando completamente e per sempre gli equilibri internazionali), a Gorizia si gettavano le basi per comprendere quei cambiamenti e prevederne i futuri. Gorizia non fu scelta a caso: era la città italiana che aveva un suo alter ego nella vicina Jugoslavia, Nova Gorica, con una storia “simile” per certi aspetti a quella della capitale tedesca. Solo per certi aspetti, certo, ma comunque significativi. Anche il fatto che, dalle finestre delle loro aule, gli studenti riuscissero a vedere oltre il confine era un fatto rilevante. Se avessero avuto lezione, quel venerdì 28 giugno 1991, avrebbero assistito in diretta agli scontri a fuoco tra l’esercito jugoslavo e le forze speciali slovene avvenuti proprio in prossimità del valico di Casa Rossa Rožna Dolina, a poche centinaia di metri dall’università. È qui, in questo luogo e in questo clima, che si stabilisce il primo corso di laurea pubblico dedicato alla formazione degli ambasciatori e degli amministratori della diplomazia italiana ed europea. Un corso che in questi 35 anni di studi ha visto modificare non solo il nostro confine più prossimo (con tutte le conseguenze che questo fatto porta in sé), ma tutto lo Stato confinante, l’Europa centro-orientale, l’ex Unione Sovietica, il Medio Oriente e l’Estremo Oriente, fra guerre, disgregazioni, nuove economie ed equilibri sempre più precari da comprendere e saper gestire. Nel piano di studi attuale ci sono esami di diritto (fra cui pubblico, internazionale e dell’Unione Europea), economia e geografi a politica in varie salse, storia (tanta storia), vari esami di varie lingue, sociologia e relazioni internazionali. E sono queste le aree in cui gli studenti acquisiscono conoscenze e competenze, andando poi a specializzarsi e a spendere la propria professionalità in diversi ambiti: se negli anni Novanta lo sbocco principale era la carriera diplomatica, ora questi studi aprono porte in diversi ambiti (pubblici e privati) come organizzazioni non governative e Onlus, operanti anche sul territorio nazionale. Fra tutte queste materie di studio, sarebbe interessante proporre un esame dedicato alle varie culture enogastronomiche del mondo: se pensiamo a quanto è importante per il nostro territorio la produzione relativa alle bevande e al cibo (non solo dal punto di vista economico, ma proprio culturale e storico), possiamo immaginare lo stesso per ogni parte del mondo. E conoscere le usanze e i modi che si hanno a tavola in luoghi più o meno lontani da noi, può aiutare sia a comprendere meglio certe situazioni sia a evitare alcuni comportamenti. I momenti di convivialità, si sa, sono da sempre un ottimo strumento a disposizione della diplomazia. Lo testimonia anche Federico Vidic ne Diplomatici goriziani nel Medioevo (ISSR, Gorizia, 2020): [Vicino a Innsbruck] “Il 27 luglio 1497 fu off erto un grandioso banchetto alla presenza di una folta schiera di principi, prelati e diplomatici, seguito da una sontuosa caccia, durante la quale l’ambasciatore ottomano catturò un cervo con un giavellotto”. [Nel 1508] “Come simbolo della conquista i Veneziani portarono a Gorizia la scultura di un superbo leone marciano. Il provveditore Giorgio Corner e il comandante Bartolomeo d’Alviano rientrarono a Venezia per il trionfo tributato dai procuratori di San Marco e dal Senato. Il 12 luglio a Ca’ Corner «una festa bellissima» con «donne invidiate» celebrò i vincitori intrattenendoli «in delicie». Tra lo stupore generale, uno stuolo di servi portò in tavola delle sculture di zucchero colorato che riproducevano le città occupate: Gorizia, Trieste, Cormons e Pordenone. Lo zucchero proveniva dai latifondi dei Corner a Cipro”.

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