SAUVIGNON vino mondiale
DA GIORDANO FIGHELI, NEL COLLIO GORIZIANO, PER SAPERNE DI PIÙ
Capita spesso che le mode influiscano non poco nei gusti dei consumatori; ne consegue che pezzi di storia importanti un po’ alla volta vengono rimossi e l’accelerazione in tal senso porta un millennial a godersi piacevoli bollicine di Prosecco, mentre la generazione che lo precede è incuriosita dal Pinot grigio orange o ramato, che dir si voglia.
Il nonno friulano evita polemiche sul Tocai rubato ed in osteria si limita a godersi un taj di Blanc o di Neri!
Spiace però che oltre metà del Vigneto Friuli, in cui per secoli Tocai Friulano e Merlot hanno dominato, siano sostituiti dai succitati, con accelerazione di Ribolla gialla brut, tipologia che nel Collio, Brda e Colli Orientali è ricordata più come un vino “fermo” bandiera, mentre farne spumante (a parte la cantina Klet Dobrovo di Casteldobra, diretta da una manager del calibro di Miro Simcic, ed a Corno di Rosazzo con il mitico Manlio Collavini ad elevarla a spumante di qualità superiore), non pareva interessasse alquanto.
Ma quando si cita il Tocai friulano è impossibile non fare un pensiero al suo parente prossimo che è il Sauvignon, una delle varietà più coltivate nel mondo intero (oltre 123.000 ettari, secondo l’OIV).
Francese d’origine bordolese lo ritroviamo in tutto il mondo, ovviamente con quelle diversificazioni all’olfatto ed al palato che ogni cru (terreno, clima, uomo...) provoca.
Frequenti note aromatiche agrumate (limone, pompelmo, arancia), tropicali
(frutto della passione, ananas), fiori bianchi (lime, giglio), vegetali (bosso) e, decisamente più gradito a chi scrive, i fiori di sambuco.
Se poi, prima di degustare, andiamo a far visita ad un vivaista, di casa nostra
o francese, scopriremo che di cloni ce ne sono decine e, non a caso, miscelarli
in vigna per evitare note organolettiche dominanti è procedura utile.
Che il Tocai friulano sia un “cugino” lo si avverte anche nel sinonimo riconosciuto
allo stesso e cioè Sauvignonasse, alternativa che in Slovenia è stata preferita al nostro “Friulano“ ed al veneto “Tai”.
Come sia arrivato il Sauvignon nel Collio, e poi in tutto il Friuli a seguire, pare
sia merito di un matrimonio DOC (15 febbraio 1868, Russiz Inferiore, Capriva
del Friuli) fra la proprietaria, nobile Elvine Ritter de Zahony, ed il conte Teodoro
de la Tour, agronomo che lo diffuse e, con Giovanni Bolle, direttore dell’Istituto Chimico Agrario, relazionò a Gorizia al IV Congresso Enologico Austriaco, nel 1891.
IL SAUVIGNON NEL MONDO
Fortunati noi, amici di Giordano Figheli, a ritrovarci con lui in quel di Villa Vasi, nido d’aquila sopra San Mauro ed in prossimità di San Valentino e della storica Strada del Sabotino che l’Italia costruì, grazie al Trattato di Osimo, nel 1975 fra la Brda (Dobrovo-Venko) e Salcano (Nova Gorica) e contribuì a rendere meno aspre le tensioni della cosiddetta “Guerra fredda”. Fu completata nel 1985, e nel 1991 la Slovenia si congedò ben volentieri dalla Yugoslavia.
Giordano nacque in una famiglia contadina tradizionale in quella azienda agricola in cui oggi, al Villa Vasi n. 15, è rinata grazie alla ristrutturazione che il giovane nipote Gianluca Pelizzon ha saputo creare con la moglie Tina. Giordano, espressione pratica di una famiglia di viticoltori da sempre impegnata nel Collio (San Mauro) dopo il diploma di agrotecnico (1973) e studi alla Facoltà d’Agraria a seguire, il 1° aprile 1976 iniziò la sua attività lavorativa presso la storica Tenuta Villanova di Farra e vi rimase per ben 30 anni!
Il 31 maggio 2006 passò a Villa Russiz, con compiti di alta responsabilità, soprattutto nel settore viticolo e nel 2016 appese le scarpette al chiodo ripensando ad un pensionamento attivo.
E la sua grande professionalità ed amore per la vitivinicoltura a 360° è emersa in una giornata didattica ed enogastronomica di grande emozione, da lui condotta insieme ad amici storici, giornalisti, agronomi, enologi, sommelier, viticoltori e chef.
Protagonista dell’incontro una selezione di Sauvignon blanc di rilevanza internazionale che il Lettore potrà valutare dalla sintesi che segue.
Presentati, degustati e poi anche abbinati con interessanti motivazioni dallo chef Denis Riggi (“Osteria Agli Antenati” di San Lorenzo Isontino): come benvenuto un Sauvignon spumante ed un Sauvignon fermo con una percentuale di Viognier, entrambi del Palatinato, più quello di Maso delle Rose (Alto Adige). Quindi il Diemersdal-Durbanville 2023 (South Africa); il Cloudy Bay-Te Koko 2020 (Nuova Zelanda); il Robert Mondavi 2020 (California); il Baron de L 2020; il Chateau Guiraud 2015 Sauternes-Bordeaux; il Blanc Fumè De Pouilly 2007-Sant Andelain (Francia); l’Ekoloski 2022 Andrej Erzetic-Visnjevik -Dobrovo-Brda, l’Orbis 2018 di Visnjevik-Brda (Slovenia); il Montzenbacker 2015-Dedesheim (Deutschland). Ha fatto la sua bella figura il Sauvignon Villa Vasi 2022 DOC Collio, per chiudere in bellezza con il pluripremiato Villa Russiz 2011 DOC Collio-Limited Edition. Evento davvero indimenticabile!