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Roberta Valera

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by Davide Zitter
Roberta Valera

e le donne della tenuta di Monastero

di Patrizia Pittia

Era il 1850, quando la famiglia di Giulio Ettore Ritter de Zahony, originaria di Francoforte sul Meno, acquista la tenuta dove sorgeva l’ex Monastero Benedettino femminile di Santa Maria di Aquileia, costruita sui resti di una basilica paleocristiana, trasformandola in una azienda agricola dedita alla viticoltura. Il successo del vino del barone fu favorito anche dall’unione della figlia Elvine con il conte Theodor de la Tour, infatti nel 1877 il padre le diede in dote l’appezzamento terriero di Russiz Inferiore a Capriva del Friuli, l’attuale Villa Russiz. Oggi sono arrivati alla settima generazione, con Federico Guido Rossignoli figlio di Claudio Rossignoli e Edda Cristina Ritter, che impegnato come manager alla Fiat auto, decide di rientrare in azienda per supportare l’anziana madre e riprendere l’attività vitivinicola degli avi.

LE DONNE

Oggi mi trovo ad Aquileia per incontrare Roberta Valera, compagna di Guido che lo ha voluto seguire nel suo percorso. Mi racconta che è approdata alla Tenuta di Monastero nel 2017: «ci conoscevamo da quattro anni, sono una milanese Doc, ho studiato comunicazione e per dodici anni sono stata responsabile eventi alla Maison Gucci. Una bellissima esperienza, ma assieme a Guido c’è stata la volontà di cambiamento, così ho preso tre mesi di aspettativa da Gucci e mi sono presentata ad Aquileia con le valigie – mi spiega sorridendo – per amore, ovviamente, e per scoprire questa realtà vitivinicola. Dopo tre mesi, anche il mondo del vino aveva preso il mio cuore. Guido è rientrato in azienda nel 2015, e la sua volontà è stata subito quella di piantare barbatelle e iniziare nuovamente a imbottigliare, creando nuove etichette. Il primo step è stata la realizzazione del sito internet, poi sono seguiti eventi promozionali e i primi clienti erano gli amici di Milano: partivamo con il Doblò colmo di casse. Di seguito abbiamo sviluppato una rete vendita che ci vede presenti oltre che nella nostra regione, a Milano, Roma e all’estero, in molti paesi Europei». Successivamente hanno anche sviluppato l’accoglienza in azienda con eventi, visite e degustazioni.

SABINA ROSSIGNOLI

Un’atra donna che fa parte della famiglia, è Sabina Rossignoli, sorella di Guido, architetto, vive e lavora a Madrid ma sempre con un occhio all’azienda. Grazie a lei è stato ristrutturato il nuovo punto vendita, un edificio storico a fianco della tenuta, per anni abbandonato e relegato a magazzino e officina, un casale dove ancora si trova il lastricato della strada romana. Gli spazi, per volontà di Sabina, sono rimasti gli stessi. Dove ora c’è la barricaia, oltre due secoli fa c’era un mulino che serviva per battere il frumento. Dalla facciata e da tutte le mura interne sono state tolte le malte e le pietre a vista si sono rivelate perfette. Le porte e le finestre in ferro con vetri Sabina le ha volute mantenere, come vocazione artigianale. L’arredamento è stato, invece, scelto da Guido: i tavoli per la degustazione in legno d’olmo sono stati ricavati da un albero caduto a causa di un temporale nel cortile della tenuta, per la copertura del bancone e per altri mobili è stato usato legno austriaco. Al piano di sopra verranno ricavati gli uffici. Dal soffitto pendono splendidi lampadari in tessuto rosso, opera di una artista della zona che rendono caldo e ospitale l’ambiente.

LE ETICHETTE DEDICATE ALLE DONNE

Alle donne della famiglia della Tenuta di Monastero sono state dedicate le etichette dei vini bianchi: il primo è stato lo Chardonnay Elvine, figlia del fondatore, andata in moglie al Conte Theodor de la Tour e che ha dato un’impronta sociale importante a Villa Russiz. La seconda etichetta: il Palava, vitigno di origine ungheresi nato da un incrocio di Traminer e Muller Thurgau, dedicato alla mamma di Guido: Edda Cristina come regalo per il suo ottantesimo compleanno. L’ultima etichetta è per la piccola Maria Vittoria, nata nel 2020, f iglia di Guido e Roberta. Un rosato fermo, da uve Rebo, incrocio genetico di Merlot e Teroldego: Mavì, che ricorda il francese “ma vie”, che significa Mia Vita. Viva le donne della Tenuta di Monastero!

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da Davide Zitter

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