LUISA DE MARCO e l’Agriturismo Bosco Romagno
di Patrizia Pittia
L’intervista in rosa di questo mese è dedicata a una donna impegnata da molti anni nell’ambito dell’amministrazione pubblica con successo. Ultimamente “un colpo di fulmine”, come ama definirlo lei, la coinvolge in un progetto di ospitalità gastronomica e turistica. La incontro a Udine, nell’ufficio di elaborazione dati e servizi per aziende, dove mi accoglie nello studio luminoso, assieme al suo cocker spaniel Lapo, che scodinzola felice. Luisa mi racconta che, per gli impegni di lavoro del papà, trascorre la sua infanzia a Muzzana del Turgnano. Dopo il diploma in ragioneria e una laurea in scienze sociali, fa diverse esperienze lavorative: l’esordio a Canale 55, poi apre lo studio attuale assieme al marito Giovanni, commercialista, dove segue alcune aziende nei consigli di amministrazione. Ha ricoperto diverse cariche nella pubblica amministrazione: dal 1993 al 2004, a soli ventisei anni, è stata primo cittadino di Muzzana del Turgnano. «La più bella esperienza della mia vita, undici anni che mi hanno dato grandi soddisfazioni, una palestra importante per la mia formazione, ero l’unica donna sindaco in Regione» confessa. Altri ruoli di prestigio li ha avuti negli ultimi anni: è stata presidente della Fiera di Udine e, quindi, presidente di Net Spa fino allo scorso anno.

«Nel 2020, durante il Covid, si è presentata la possibilità di rilevare una piccola azienda agricola, con annesso agriturismo a Spessa di Cividale, che abbiamo chiamato “Bosco Romagno”. Assieme a mio marito e a mio fratello Massimo – racconta Luisa De marco – ci siamo innamorati del posto, per prepararci a un cambiamento per il prossimo futuro e lo abbiamo acquistato. Siamo partiti come B&B e, dallo scorso anno, è aperto alla ristorazione. Per ora ci vede impegnati nei fine settimana, abbiamo un responsabile che coordina il tutto, in cucina uno chef con l’aiuto cuoco e una signora: una piccola squadra di seri professionisti». Per valorizzare i prodotti gastronomici della zona hanno voluto uno chef delle Valli del Natisone: «Max Pagon, molto abile nella scelta dei prodotti del territorio». «Per le materie prime, assieme a mio fratello, vanno alla ricerca di piccoli produttori locali con una attenta selezione: le verdure sono dell’orto, il vino è prodotto con uve dei nostri vigneti dall’enologo Giacomo Orlando che ha la cantina a Prepotto». Le galline regalano le loro uova. «Il nostro obiettivo – ci spiega – è promuovere il benessere delle persone, attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, cercando di offrire il meglio e fare sentire l’ospite a casa». Per chi alloggia c’è una piscina con vista mozzafiato: si affaccia su Bosco Romagno e sugli splendidi vigneti gioiello dei Colli Orientali. «Le recensioni sono molto gratifi canti. Sei le camere disponibili, a cui presto si aggiungeranno altre due e un appartamento. Molti turisti ci raggiungono in bicicletta, anche dall’estero». Promuovono il turismo enogastronomico e turistico delle zone limitrofe: da Cividale del Friuli dalle radici longobarde, Patrimonio Unesco, al santuario mariano della Beata Vergine di Castelmonte, dalla vicina Slovenia a Trieste e, per i più arditi, l’esperienza in canoa sul Natisone e il percorso river trekking. «Mio fratello Massimo, manager di industria, appassionato da sempre di enogastronomia, si trova a suo agio con le persone, è il nostro maître di sala, molto bravo nel raccontare i piatti, perché è fondamentale spiegare ai clienti cosa c’è dietro a una pietanza. Abbiamo un anno di diff erenza, siamo simbiotici e ci vogliamo un mondo di bene». Lo chef è molto attento ad evitare sprechi in cucina, gli avanzi si danno alle galline o alle capre che pascolano libere. «Le teniamo solo per bellezza, per un’economia circolare perfetta. Abbiamo anche una colonnina per la ricarica delle auto elettriche». Luisa mi svela che ha un sogno nel cassetto: appassionata di cani, nel tempo vorrebbe creare un resort per loro. «Noi in primis ne abbiamo tre che sono la mascotte dell’agriturismo. Moltissimi clienti vengono accompagnati da loro e in un prossimo futuro vorremmo ospitarli adeguatamente con grandi spazi dedicati a loro». Luisa siamo tutti con te!!!
LA RICETTA
Sfregoloz con pesto di Aglio orsino
Ingredienti per 12 persone
Per gli sfregoloz: 750 g di farina fioretto, 250 g di farina 0, 500 ml di acqua tiepida, 3 uova medie, 2 cucchiai olio evo, sale q.b.
In una ciotola capiente, mescolare le farine e il sale. Versare l’acqua tiepida mescolando delicatamente con un cucchiaio di legno. Aggiungere le uova e l’olio e impastare a mano fi no a ottenere un composto lavorabile. Formare gli sfregoloz prendendo piccoli pezzi di impasto e strofinarli tra il palmo delle mani fi no ad ottenere degli gnocchetti irregolari. Disporre gli sfregoloz su un vassoio infarinato per evitare che si attacchino e cuocerli in abbondante acqua salata; quando vengono a galla continuare la cottura per altri 2 minuti circa.
Per il pesto: 150 g foglie aglio orsino, 80 g noci sgusciate, 40 g parmigiano, 120 ml olio evo, sale e pepe q.b.
Pulire le foglie di aglio orsino con un panno umido e asciugarle bene. Pestare l’aglio orsino nel mortaio assieme al sale grosso fino quando le foglie non inizieranno a rilasciare un liquido dal colore verde acceso; aggiungere le noci e per ultimo il formaggio un poco alla volta e continuate a pestare, facendo attenzione di ruotare il pestello contro le pareti del mortaio. A questo punto aggiungere l’olio a fi lo fino ad avere la consistenza cremosa desiderata. Se il pesto risultasse troppo denso aggiungere un po’ d’acqua o olio. Amalgamare mescolando delicatamente gli sfregoloz con il pesto di aglio orsino e aggiungere un cucchiaino di panna acida.