Il progetto di riqualificazione del parco Coronini Cronberg
di Corinna Sabbadini
Palazzo Coronini Cronberg è un luogo a cui i goriziani sono affezionati: le sue eleganti sale appartengono alla cittadinanza da quando (e per sua volontà), alla morte dell’ultimo erede della famiglia (il conte Guglielmo Coronini), è stata istituita una Fondazione che tutelasse il patrimonio esistente e lo mettesse a disposizione della cittadinanza. Anche il parco che circonda il palazzo rientrava fra questi beni e si è fatto amare fin da subito dai goriziani che ne hanno apprezzato l’eleganza e l’ospitalità. Il parco è chiuso da alcuni anni e da poche settimane sono iniziati i lavori di restauro e riqualificazione che gli restituiranno l’aspetto originario: entro la fine di questo 2024 ritroveremo il vasto giardino mediterraneo e paesaggistico che era un tempo. Grazie a studi effettuati su antiche fotografie appartenenti all’Archivio Coronini, si è potuto riconfigurarlo come era stato pensato dal conte Alfredo Coronini a fine Ottocento e su quell’impronta si è deciso di lavorare. L’idea a cui il conte si ispirava era il parco del castello di Miramare che, con i suoi spazi affascinanti, riusciva a sorprendere e incantare il visitatore. Bisogna tenere a mente che queste terre erano dominio asburgico e quindi la complessità “mediterranea” era un valore importante e trainante per l’immagine del palazzo stesso. È così che il conte pensò a come “arredare” questi cinque ettari attorno al suo palazzo: lavorando su diversi livelli altimetrici e inserendo componenti naturali (alberi, arbusti e piante) e artificiali (come statue e fontane), riuscendo a realizzare percorsi e vedute in cui tutti questi elementi si alternassero, andando a incuriosire e a sorprendere il visitatore. Inizialmente, il parco occupava lo spazio circostante il palazzo, ma, in seguito ai lavori che deviarono le acque del torrente Corno, la famiglia Coronini acquisì anche i terreni che scendono fino all’attuale via Brass, andando quasi a raddoppiare le dimensioni di questa oasi cittadina. «Negli ultimi decenni, il parco ha ricevuto una manutenzione costante, ma non sufficiente per mantenere vivo lo spirito originario con cui era stato pensato – ha spiegato l’architetto Giulio Valentini, responsabile del progetto. A fine lavori, troveremo un parco simile a quello che lo stesso conte Alfredo aveva realizzato: molte piante e molti alberi saranno piantati da poco, i sentieri ripristinati, le visuali aperte, le statue e le fontane pulite, le scarpate e i muri di contenimento restaurati; l’illuminazione e la segnaletica si presenteranno in modo discreto e inclusivo; non ci saranno più piante infestanti e pericolanti, ciò che non è recuperabile sarà sostituito. Fra un anno avremo un grande giardino rigenerato e riqualificato: ritroverà la sua identità grazie al lavoro svolto sull’impronta originaria, e raggiungerà la sua piena bellezza e maturazione nei prossimi dieci anni». Il parco recupererà così il suo antico ordine, e sarà in grado di ospitare nuovamente eventi culturali e didattici. Anche le persone con disabilità visiva e uditiva potranno viverlo grazie all’installazione di mappe tattili e targhe braille lungo i percorsi. Inoltre, la fruizione e la valorizzazione di questo luogo avrà anche un aspetto multimediale: il palazzo ospiterà sei postazioni di realtà virtuale che consentiranno un’immersione digitale nella storia del parco e del palazzo (anche a soggetti non vedenti e ipo-vedenti), mentre un modello tridimensionale e un sistema di navigazione temporale multimediale interattivi consentiranno di osservare l’evoluzione del palazzo e della circostante area verde. Non ci resta che attendere ancora alcuni mesi prima di poter ammirare il parco di Palazzo Coronini Cronberg.