Il Collio di Doro Princic. Da tre generazioni viticoltori a Pradis.
di Claudio Fabbro
Il mondo vitivinicolo del Collio, e in particolare quello di Pradis e Cormòns, ricorda sempre con tanta nostalgia Isidoro “Doro” Princic. Doro era nato a Medana, allora nell’Impero austro-ungarico, il 6 maggio 1911, in una famiglia contadina di riconosciuto spessore. L’infanzia in “Brda”, poi la Prima Guerra e, a seguire, una vita nel Collio cormonese. In ogni comunità rurale c’è sempre un personaggio carismatico cui fare quotidiano riferimento e cui si guarda, da ogni angolazione, con tanta ammirazione e una punta d’invidia. Doro Princic era uno di questi. Ben 92 “vendemmie” superate in buona forma, come si conviene a chi ha saputo intelligentemente tesaurizzare idee ed energie, Doro ha segnato, con il suo comportamento ammirevole, un percorso di storia non indifferente nelle colline di Pradis, dolci declivi che fanno da cintura alla “Città del vino” di Cormòns. Autodidatta, ha tenuto a balia, per oltre mezzo secolo, tanti vignaioli, ma anche tecnici in difetto di pratica, che tuttora gli sono riconoscenti. Affrontò senza timori riverenziali, già negli Anni ’50, sempre affiancato dall’amata moglie Bernardina Sirk e dai figli Dorina, Olga e Sandro, l’esperienza della bottiglia, cui si orientò definitivamente, negli Anni ’70, sulla scia degli stimoli offerti dal neocostituito (maggio 1964) Consorzio di tutela Doc Collio. Trovò nel figlio Sandro, nella nuora Maria Grazia e poi nel nipote Carlo, con cui viveva in felice armonia, i partner ideali per la definitiva affermazione di una delle aziende familiari più quotate del Collio, proiettata decisamente verso il mercato nazionale ed estero. Doro Princic è stato probabilmente – e non soltanto per Pradis – il maestro della scuola del Tocai friulano e del Pinot bianco, coltivati nella vigna con grande cura, vinificati e poi affinati con una personale tecnica in cui il “moderno” non prevaricava mai i caratteri di tipicità. Sandro Princic, lavorando a lungo a fianco del papà, ne ha assimilato idee e conoscenze (e, se vogliamo, anche il meraviglioso carattere, aperto e gioviale), a sua volta trasferite a Carlo, diploma in agraria-enologia, che ha colto da nonno Doro quei tanti piccoli segreti che non si trovano mai nei “sacri testi”, ma soltanto nelle suggestive cantine del Collio, dove il sapere è tramandato di generazione in generazione. Doro passò nel mondo dei più all’inizio di maggio del 2003, dopo 92 anni vissuti serenamente tra i filari di Pradis.
GUIDA AIS VITAE 2024
Sandro Princic è il Viticoltore dell’anno 2023 per il Friuli Venezia Giulia della prestigiosa Guida VITAE 2024 dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier) che ha riconosciuto al suo vino Collio Friulano vendemmia 2022 (da uve Tocai friulano 100%) le prestigiose “4 Viti” nonché il logo “Tastevin”, simbolo dell’Associazione. Per gli addetti ai lavori si tratta di un evento eccezionale, che contribuisce non poco a richiamare nel Collio cormonese enoturisti mitteleuropei, cui non sfuggono queste realtà di nicchia, che rafforzano l’immagine di un territorio di riconosciuta alta vocazione enoica. “L’azienda ha alle spalle una lunga storia di generazioni ed un nome importante, cioè quello di papà Doro da cui ho ricevuto il testimone in continuità nel buon rapporto con il Consorzio Vini DOC Collio, l’Enoteca di Cormòns ed altre istituzioni”, conferma Sandro. “Ma un salto di qualità – prosegue commosso – è dovuto anche a mia moglie Maria Grazia, sempre al mio fianco per oltre 40 anni, prematuramente scomparsa (luglio 2022), cui devo un grande regalo, nel 1981, con la nascita di Carlo. Oggi lui è al mio fianco, con alle spalle un bel diploma di perito agrario e condividiamo il nostro lavoro, le decisioni, nonché la tecnica nella gestione del vigneto e della cantina. Ambedue, come papà Doro e la stessa Maria Grazia, crediamo che in questo cru d’eccellenza collinare come è Pradis, con terreni di ponka (marne ed arenarie) ed il microclima siano ideali, oltre che per grandi uve e relativi vini di (Tocai) Friulano, anche per Pinot bianco e Malvasia istriana, che non a caso seguono nella classifica nella Guida AIS Vitae 2024, con degustazioni rigidamente bendate di esperti enologi e sommelier, il super Friulano, compendio di struttura ed eleganza”.