I Capodanni a Tavola
di Stefano Pizzin
Scocca la mezzanotte, gli auguri, i brindisi, i fuochi d’artificio e poi le lenticchie perché portano ricchezza. Così, più o meno, la cronologia del nostro Capodanno, ma non dappertutto il capodanno si festeggia ogni trecentosessantacinque giorni all’iniziare del primo gennaio. Diverse culture sono legate a cicli lunari o stagionali ma, in ogni caso, il passaggio dal vecchio al nuovo anno si compone di ritualità e cibi tradizionali. Per brevità di spazio, racconterò di tre capodanni diversi dal nostro: quello cinese, quello ebraico e quello persiano, ma sappiate fin d’ora che molte di più sono le tradizioni nel mondo per questa particolarissima giornata. Il Chūn jié è il capodanno cinese. Si festeggia tra il 21 gennaio e il 20 febbraio. Il calendario cinese si basa sulla rotazione di dodici animali zodiacali. L’origine della festività viene fatta risalire a un’antica leggenda, secondo la quale anticamente viveva in Cina un mostro chiamato Nian che usciva dalla sua tana ogni dodici mesi per mangiare gli uomini; l’unico modo per sfuggirgli era spaventarlo con rumori forti e il colore rosso. Ecco allora gli addobbi di colore rosso, come le lanterne, i fuochi d’artificio e la danza del leone con la sfilata con cui ogni comunità cinese nel mondo festeggia la ricorrenza. A tavola la festa viene onorata con pesce e pollo in grandi quantità, in modo che ne avanzi parecchio come auspicio per un anno di abbondanza. Tra i piatti tipici vanno ricordati: Luóhàn zhāi o “delizia di Buddha” una insalata mista, a base di alghe il cui nome suona in modo simile a “prosperità”; gli Jau gok e gli Jaozi, ravioli che con la loro forma di lingotti e sacchetti rappresentano un augurio di ricchezza; la diffusissima Nian gao, una torta di riso il cui nome significa “un anno più prosperoso del precedente”. Il Rosh Hashanah è il capodanno ebraico e si festeggia, in due giorni, tra settembre e ottobre. Per la tradizione ebraica si tratta del giorno del “compleanno dell’universo”, quando Dio creò Adamo ed Eva. Introdotto dal suono dello shofar, un piccolo corno di montone usato come strumento, a tavola si svolge con ritualità tutte dalla forte valenza simbolica come, a inizio pasto, intingere una fetta di mela nel miele. Si privilegiano i cibi dolci a discapito di quelli aspri e amari come auspicio di dolcezza per i giorni futuri. Anche in piatti salati come pesce e pane (il challà) si abbonda di miele e di uva passa. Alcune pietanze sono usate perché il loro nome è ben augurante, come le carote che in yiddish (il dialetto ebraico dell’Europa centro orientale) vogliono dire “moltiplicare”, che si preparano con le spezie e ricordano le monete d’oro. Festeggiato in Persia e in tutta l’Asia centrale, il Nowruz, a inizio della primavera, segna la rinascita della natura dopo il periodo invernale. Sono diversi i modi per celebrarlo: in Iran si allestisce in ogni casa un “haft-sin”, una composizione di sette cose che iniziano con la lettera S dell’alfabeto persiano, principalmente fatta di frutta e spezie. Nei Paesi dell’Asia centrale si svolgono grandi manifestazioni all’aperto con canti, balli e giochi tradizionali specialmente con i cavalli. Il cibo riveste una grande importanza nel Nowruz, perché la sua abbondanza e i suoi colori sono auspicio di una nuova stagione di rinascita e prosperità. Riso con verdure, frutta secca e spezie accompagnato il pesce ripieno (il sabzi polo) che è il piatto tradizionale del Nowruz persiano. Dall’Afghanistan fino alla Cina occidentale, si imbandiscono enormi banchetti dove accanto alle carni e alle verdure si fa largo uso di cereali. Così in Uzbekistan il cibo tradizionale è il Sumayak, una crema di grano speziata che simboleggia la rinascita; in Kazakistan si possono trovare i samsa, fagottini di pasta ripiena fritti; in Kirghizistan paste simili agli spaghetti cinesi con carni e verdure; nel Caucaso gli Shashlik, spiedini di carne marinata grigliati. Insomma, una lista di vivande infinita per sperare in un nuovo anno di ricchezza. Il nostro modo ormai è sempre più intrecciato e anche le tradizioni più lontane cominciano a fare parte della nostra storia, così, anche per il capodanno, anzi, i capodanni, siamo pronti a introdurre nuove e diverse tradizioni culinarie.