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Così lo Spritz diventò una cosa seria...

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by Davide Zitter
Così lo Spritz diventò  una cosa seria...
Photo by Anna Keibalo / Unsplash

di Anna Maria Pellegrino

È difficile mettere d’accordo esperti e appassionati circa l’origine della parola cocktail che, tradotta in italiano, significa coda di gallo. Ma analizziamo le ipotesi. Prima ipotesi: sembra che il termine sia stato coniato in America nel XIX secolo, ispirati dalla colorata coda del compagno della gallina. Seconda ipotesi: sembra che il termine sia stato coniato nell’Inghilterra del Settecento ispirati da cock-ale, ovvero “birra del gallo”, una sorta di “trattamento sportivo” al quale venivano sottoposti i galli prima di scendere in campo per combattere fra di loro. Terza ipotesi: siamo a New Orleans, nel quartiere francese, dove un farmacista creolo, Antoine Peychau, ideò il Sazerac Cocktail, una miscela alcolica preparata con liquori amari, erbe varie, poca acqua, un po’ di zucchero e del cognac di marca Sazerac, servita in un coquetier (portauovo), parola che fu trasformata e trascritta dagli americani in “cocktail”. Di certo si sa che nel 1806, fra le pagine di una rivista americana, venne spiegato per la prima volta che cosa fosse un cocktail e cioè una miscela di alcol, zucchero, acqua e frutta. Come ben illustra Stefano Pizzin nel suo articolo in questa stessa rubrica, fu dunque negli anni Venti, nell’America del Proibizionismo, che videro la comparsa di bicchieri dalle più variegate forme riempiti da miscugli alcolici delle più variegate formule. Un inizio tra l’avventuroso e il malandrino, poi venuta meno la legge astemia, i cocktail iniziarono a vivere di vita propria e la fine del secondo conflitto mondiale, con l’arrivo dei contingenti americani in Europa, i vari Martini, Manhattan, Old Fashioned o White Lady varcano l’oceano per fare compagnia, nei bar italiani, al Negroni, nato a Firenze nel 1919, e al Bellini, servito da Giuseppe Cipriani all’Harry’s Bar di Venezia fin dal 1949. È il Bellini infatti, e non lo Spritz, il vero cocktail veneziano in quanto la storia del secondo vede – poteva essere altrimenti? – l’influenza americana come causa del suo successo internazionale.

LA STORIA RACCONTA

Ma torniamo nuovamente ai libri di Storia, sfiorando le leggende. Come quella dello Spritz che fa risalire la sua comparsa alla dominazione austriaca nel Lombardo-Veneto tra il 1815 e il 1866. Come ci insegna Roberto Pellegrini, fra i massimi esperti italiani del cocktail IBA (International Bartenders Association), “ci può anche stare che gli austriaci allungassero con l’acqua i vini per renderli più leggeri, ma la storia dello Spritz è molto più veneta e molto più recente. Comincia con l’ombra di vino che i nonni veneti bevevano nelle osterie accompagnandola con i cicheti” dice. Infatti, l’ombra intesa come unità di misura (circa 100 ml) ed anche come modalità di consumo (all’ombra, per tenere la bevanda fresca, fino all’invenzione dei cubetti di ghiaccio) ha da sempre una natura conviviale: i nostri nonni veneti, una volta in pensione, si ritrovavano per chiacchierare e facevano il giro delle osterie prima di rientrare a casa, più o meno barcollanti. E dall’aggiunta di un pezzetto di limone che serviva a mascherare l’odore dell’alcol e calmare l’ira delle mogli, decretò la nascita dello Spritz. Successivamente al vino, spesso di qualità scadente, veniva aggiunto qualsiasi liquore, come il Cynar e il Rabarbaro Zucca. La definitiva trasformazione dall’ombra mescolata a qualsiasi cosa a Spritz è da attribuire alla presenza americana a Venezia e all’attitudine a stelle e strisce dell’uso sia del ghiaccio che dell’Aperol, la cui azienda produttrice fu acquisita dalla Campari negli anni ’60. Così lo Spritz diventò la cosa seria che consumiamo oggi che dovrebbe prevedere vino bianco di ottima qualità, Aperol, soda e tanto ghiaccio utile ad allungare la vita del cocktail e le conseguenti chiacchierate tra amici. Perché Spritz, sottolinea sempre Pellegrini, “significa convivialità, stare assieme e bere”.

LA RICETTA DI IBA DELLO SPRITZ*

Ingredienti: 90 ml di Prosecco, 60 ml di Aperol, 1 spruzzata di soda.

Preparazione: Versa gli ingredienti in un bicchiere da vino riempito di ghiaccio. Mescola delicatamente.

Note: Esistono altre versioni di Spritz che, al posto dell’Aperol, usano Campari, Cynar o Select.

(*) dal 2020

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