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A Tavola con le Bacchette

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by Davide Zitter
A Tavola  con le Bacchette
Photo by Juan Encalada / Unsplash

di Stefano Pizzin

Quante volte in un ristorante orientale avete voluto usare le bacchette? E quante volte avete rinunciato, tornando alle più familiari posate e chiedendovi come facciano in Cina o in Giappone a usarle così facilmente? Beh, non preoccupatevi, probabilmente anche un asiatico si domanda come noi ci destreggiamo con la forchetta. Sono miliardi le persone che nel mondo usano le bacchette per mangiare e lo fanno per profonde ragioni culturali e sociali. Diverse sono le leggende intorno alla nascita del loro utilizzo a tavola: quella probabilmente più diffusa racconta che, intorno al 2100 a.C., la Cina venne colpita da un lungo periodo di forti piogge e alluvioni che provocarono morti e danni. L’imperatore, allora, incaricò un certo Da Yu di arginare il flusso acque. Un giorno, durante una delle sue operazioni, Da Yu sbarcò su un’isola e, preso dalla fame, si mise a cuocere dei piccoli pezzi di carne in brodo. Una volta cotta, questa scottava troppo per poter essere presa con le mani e così tagliò due piccoli rami da un albero e li usò per prendere la carne dal brodo bollente. Da quel giorno usò sempre dei bastoncini per prendere la carne e la sua soluzione divenne molto popolare e si diffuse in tutta la Cina. La leggenda ha un fondo di verità, infatti, il cibo cinese e orientale ben si adatta all’uso delle bacchette: piccoli pezzi, cucinati velocemente e, soprattutto, accompagnati da un riso che da quelle parti è molto colloso e facile da compattarsi, quindi più adatto a delle bacchette invece che a una forchetta o un cucchiaio. Cuocere il cibo in piccoli pezzi e più velocemente, inoltre, favorisce il risparmio nel legname, cosa assai utile in un Paese molto popoloso come la Cina. Accanto ai vantaggi materiali vanno aggiunte anche delle motivazioni culturali: il confucianesimo, filosofia dominante in Cina, ripudiava l’uso dei coltelli a tavola, considerandoli strumenti di violenza assai poco adatti alla convivialità del pasto. Le bacchette non sono uguali nei diversi Paesi asiatici, ma hanno forme e usi diversi a seconda delle peculiarità alimentari e culturali di ogni luogo. Quelli cinesi sono bastoncini più lunghi con una sezione trasversale quadrata a un’estremità (quella con cui si tengono) e rotonda all’altra (quella con cui vengono a contatto con il cibo), terminando con una punta smussata, mentre quelli giapponesi sono di lunghezza da corta a media e con un’estremità appuntita più adatta a prendere la polpa e scartare le lische del pesce, ingrediente fondamentale nella cucina di quel popolo. In Corea, invece, sono affusolate, di media lunghezza, e in acciaio inossidabile (tradizionalmente, erano fatte di ottone o di argento), con una sezione trasversale piatta e rettangolare. In Vietnam, infine, sono con la punta smussata, sempre accompagnate da un cucchiaio, e spesso si trovano anche in plastica. L’uso delle bacchette è regolato da un particolare galateo che, sebbene diverso da Paese a Paese, ha delle regole comuni. Con le bacchette non si può infilzare il cibo, né si possono lasciare appoggiate verticalmente in una ciotola. Infatti assomiglierebbero ai bastoncini d’incenso che alcuni popoli in Asia usano come offerte per i familiari defunti; giocare con la bacchette, poi, come indicare con esse qualcuno o qualcosa, è considerato maleducato e volgare, un po’ come sarebbe giocare con le posate in Occidente. Per finire, come si usano: beh, vi consiglio un buon tutorial e fare tanta pratica, perché, vi garantisco, un sushi o un’anatra alla pechinese si gustano meglio con le bacchette che con coltello e forchetta.

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