Il futuro non aspetta
di Giampiero Rorato

Ci avviciniamo alla fine di questo secondo annus horribilis infestato da una pandemia che le cronache avvicinano alla “febbre spagnola”: cent’anni fa, subito dopo la prima grande guerra, uccise diverse decine di milioni di persone.
In questa occasione, grazie alla scienza che ha messo a disposizione un vaccino, l’Italia, pur colpita per prima in Europa, ha dimostrato di sapersi difendere meglio degli altri Paesi, grazie anche a chi si avvia a completare il ciclo vaccinale.
Ora, se continuano a comportarci con prudenza e serietà, possiamo prepararci a celebrare con meno preoccupazioni e meno paure dello scorso anno le prossime festività. Celebrarle secondo una consolidata tradizione, significa anche riscoprire e far nostri alcuni momenti belli della vita: il pranzo di Natale, il Cenone di fine anno, lo scambiarci gli auguri, cioè ritrovare e riappropriarci dei rapporti umani e riconquistare una normalità che stavamo per dimenticare.
A seguito della pandemia ci sono dei comportamenti nelle persone e nella società che stanno cambiando e dobbiamo abituarci. Ma, grazie soprattutto alle vaccinazioni, aumentano la speranza e l’ottimismo. E così, nelle case e nei ristoranti, già si programma di preparare i piatti della tradizione, spesso gli stessi del passato; tornano in tavola panettoni...

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